Gli errori strutturali della scuola statale

Sciopero della scuola, cortei in tutta Italia

Lasciando perdere ogni ulteriore commento su “La Buona scuola ” di Renzi-Giannini, che rientra a pieno titolo in quelle “pseudo-riforme” inutili che sostanzialmente non cambiano nulla, se non per peggiorare la situazione esistente, è necessario andare controcorrente per toccare con mano la reale condizione della scuola statale, con i suoi mali cronici che richiederebbero altri interventi , possibili solo da parte di coloro che lavorano con onestà intellettuale nel settore. Ma tant’è e quindi   sono sempre gli incompetenti e i lestofanti a governare la cosa -pubblica, contro i quali c’è poco da fare, visto il disinteresse e l’ignoranza degli elettori.

Ma venendo al dunque , quali sono i mali reali della nostra scuola? In primo luogo, l’incompetenza e diciamolo pure l’assenza dei dirigenti scolastici. Basta entrare nelle scuole alle 8.30 di mattino , per costatare quanti siano i dirigenti  al loro posto per interessarsi del funzionamento ordinario e delle incombenze straordinarie , che guarda caso si presentano alle 8.00 di mattina e non alle 10.00 o a mezzogiorno! Distrazione dei dirigenti scolastici? Niente affatto ! Sono le leggi italiane che consentono a questi funzionari , un orario flessibile e decisamente “ad personam” , che  non consente ad ipotetici ispettori (sic!) verificare l’effettiva presenza settimanale , che dovrebbero essere di 36 ore.

Consideriamolo un dettaglio secondario; ma se un qualsiasi dipendente della scuola fa ritardo di qualche minuto, giustamente può essere censurato dal suddetto dirigente! Due pesi e due misure?!? Dettagli , per qualche politicante , ma che decisamente sono situazioni essenziali.  Ma lo scandalo non è decisamente sulla presenza-assenza dei dirigenti  “sul posto di lavoro” , ma la loro presunta competenza didattica! C’é da chiedersi: ma se il governo è composto da incompetenti presuntuosi, perchè dovrebbe essere concepita diversamente ogni altra istituzione statale?

Comunque è meglio spiegare in modo più esaustivo questo concetto. Con l’unificazione della funzione dirigente, da qualche anno nella scuola statale, ci ritroviamo dirigenti  che dopo aver svolto la carriera da insegnanti delle primarie , vengono catapultati  da dirigenti  in scuole secondarie e non solo! Ci ritroviamo ex-professori di liceo a dirigere istituti comprensivi costituiti da scuole d’infanzia, primarie e medie di primo grado, dove non possiedono nessuna esperienza diretta; ma non solo! Ci ritroviamo ex- professori di istituti tecnici che vanno a dirigere licei e viceversa: insomma  una gran confusione che si evidenzia , spesso, quando alle carenze didattiche di qualche docente non vi è un adeguato intervento dirigenziale che spesso, in mancanza di esperienze proprie in quell’ordine scolastico , brancola nel buio limitandosi a consigli astratti e quindi privi di efficacia risolutiva.

Non occorre essere un Piaget o una Montessori per immaginare le conseguenze: che cosa suggerirà o imporrà, quel latitante dirigente al suo docente, se non conosce  “un tubo” di ciò che si dovrebbe insegnare , in termini di contenuti e metodologie, visto che non ha mai maturato esperienze personali in quel settore della scuola? Nella migliore delle ipotesi ripeterà quello che ha studiato sui libri necessari a superare l’ultimo concorso, ma praticamente non potrà mai entrare in classe , verificare di persona con cognizione di causa  e, soprattutto, suggerire il miglior intervento possibile all’inetto docente impreparato o rincitrullito!

Insisto su questo concetto basilare : il dirigente scolastico è stato per decenni  o secoli un esperto di didattica, che non citava codici e comma a memoria nei collegi dei docenti, ma insegnava ad insegnare soprattutto agli inesperti e ai superficiali. Oggi quel ex-docente di matematica del liceo, promosso a dirigente, che “cavolo ” potrà dire a quell’insegnante delle primarie che non riesce a raggiungere i risultati  “minimi” in questa prima classe, alla luce delle sue esperienze didattiche liceali? E quell’ex-docente di scienze motorie di  scuola media di primo grado, promosso a dirigente, che cosa  suggerirà al suo docente di liceo in situazioni analoghe a quelle descritte sopra , di fronte ad una classe con scarso rendimento in latino o in filosofia?

La risposta è molto semplice: si preoccuperà degli Invalsi , del Rav , della programmazione per Assi culturali, dell’utilizzo della Lim, dei “benefici” progetti che portano nella busta paga tanti bei soldini in più, soprattutto ai dirigenti, con il semplice sforzo di qualche firma! Nelle primarie si insisterà ossessivamente di programmare ogni settimana anche il consumo della carta igienica, supponendo che tanto scrivere possa trasformare una vecchia ciabatta in una scarpetta da ballerina e, quindi, che possa attivare capacità assenti o in via d’estinzione in docenti che dovrebbero essere collocati in quiescenza.

Ma non finiscono qui le doglianze. La scuola statale sta precipitando da quando si è trasformata in azienda che può perdere la sua autonomia se le iscrizioni degli alunni diminuiscono fino a scendere al di sotto delle 600 unità. Catastrofe umanitaria! La perdita di autonomia significa che il dirigente e il direttore dei servizi amministrativi diventano “perdenti posto” e la scuola viene accorpata con un altro istituto. Per evitare questa sciagura , la scuola s’impegna  fino al paradosso: si organizzano “open day” in occasione delle iscrizioni, si aprono le porte dell’istituzione scolastica e si promette di tutto,  con le stesse tecniche con le quali   si pubblicizzano i prodotti commerciali: un’iscrizione  in più o un “nulla osta” possono cambiare il destino di quell’istituto! Quindi addio bocciature , quando sarebbero meritatissime, e anche le sospensioni di giudizio devono essere limitate e sostenute psicologicamente, tanto da far percepire che con un semplicissimo test , tutti saranno promossi a fine agosto, anche se dovessero dimostrare di saperne di meno rispetto agli scrutini di giugno ( sic!).

Se non sto vaneggiando, “La buona scuola” non risolve nessuno di questi problemi, ma conferisce solo più poteri ai dirigenti che , francamente, in diversi casi potrebbero anche risultare superflui o dannosi! Il personale e i docenti  non più all’altezza della situazione dovrebbero avere la possibilità di essere collocati dignitosamente in pensione, senza sperare che aggiornamenti sul “primo soccorso” o sulla “sicurezza” unitamente alla costante ossessione per le programmazioni delle inezie, possa congiuntamente alla compilazione dei registri elettronici, ridestare o far nascere  competenze didattiche adeguate alla preparazione degli studenti. La scuola per essere credibile e funzionale al suo ruolo non deve apparire , ma essenzialmente essere palestra di formazione e di cultura. Il resto sono chiacchiere da bar  e stratagemmi per distrarre l’opinione pubblica dai reali problemi e dalle necessarie soluzioni, il che è proprio della politica!

Per l’Attuazione della Neodemocrazia Sociale             Domenico  Cammarano

Pubblicato da Mimmo Cammarano

Sono nato a Salerno il 20/05/1958. Sono sposato ed ho due figli. Sono docente di Storia e Filosofia.