La pessima scuola del regime renziano

Autonomia presidi scuola

E’ notizia di ieri sera l’approvazione della riforma della scuola del governo Renzi, che in una conferenza stampa ha annunciato con la solita enfasi qualunquista il nuovo traguardo raggiunto dal suo governo. In sintesi Renzi ha  illustrato attraverso delle slides i punti principali della riforma. I presidi  sceglieranno i professori sulla base dei curricula che saranno pubblici in appositi albi. Dovrebbero ritornare gli scatti di anzianità per i professori, ma con una cifra aggiuntiva sul merito. Le modalità su cui ciascuna scuola premierà saranno decise dal preside, ha spiegato Renzi, aggiungendo che sono stati messi in campo 200 milioni dal 2016. Ci sarà un bonus annuale di 500 euro  ai professori da spendere per finalità culturali, a partire da settembre 2015. Grazie all’organico funzionale, poi, non ci saranno mai più classi pollaio, né supplenti, ha aggiunto ancora Renzi,  e gli stessi presidi saranno poi valutati. Infine saranno assunti 100 mila precari .

Alcune considerazioni veloci! Ma i precari da assumere non dovevano essere 150 mila? Le solite distrazioni del premier!   Dopo questa non lieve dimenticanza , con l’attuale riforma sappiamo  che definitivamente nelle nostre scuole sarà istituzionalizzata la figura storica del “lacchè” ! Ormai lo strapotere dei presidi consentirà di assumere e quindi “licenziare!” i docenti, stravolgere le graduatorie dei trasferimenti , nominare , di fatto, qualche giovane “pivellino”, molto lacchè, nella scuola sotto casa e magari costringere qualche anziano docente, che senza troppa riverenza “gli rompe le uova nel paniere” , ad essere trasferito al “confino politico”!

Le nostre scuole assomiglieranno sempre di più ai nostri partiti  e  all’attuale governo: il ras emergente si attornierà di sbarbatelli e giovani signorine che strombazzeranno i “desiderata” del dirigente, senza mai alzare lo sguardo, mentre chi non è abituato ad abbassare la testa o farsi comprare con i soliti regalini derivanti dal “progettificio d’istituto”, non acquisirà i necessari “meriti” e quindi sarà costretto a vedersi ridimensionare anche lo stipendio.

La  vera “Buona scuola ” ha bisogno di investimenti per rendere agibili e sicuri gli edifici scolastici; la “Buona scuola ” ha bisogno di respirare aria di libertà , di ridimensionare lo strapotere dei presidi a favore delle delibere del “Collegio dei docenti”,  il vicepreside deve essere di nuovo di nomina dei docenti per bilanciare l’onnipotenza dirigenziale; il mercato delle iscrizioni, che ogni anno diventa sempre più “stomachevole”, DEVE ESSERE ELIMINATO ( che cosa non si fa per ottenere qualche iscritto in più, soprattutto quando è in bilico l’autonomia dell’istituto !!!!), la scuola deve progettare in base al criterio del “bene” inteso come sapere funzionale alla formazione del cittadino e non in base all’utile di qualcuno e degli interessi  “politici” di altri. La  buona scuola , invece di confondere le idee con tanti corsini e progettini pomeridiani,  deve insegnare soprattutto ai giovani a saper vivere nella società e per la società , insomma i giovani devono imparare di nuovo a far politica da protagonisti e mai a rimorchio di “vecchie baldracche” o di  “squallidi magnaccia”  o di abominevoli  “salvatori della patria”.

E infine , la scuola privata , come recita il dettato costituzionale non può e non deve ricevere finanziamenti diretti o indiretti dallo Stato. E ho detto quasi tutto per oggi!

Per l’Attuazione della Neodemocrazia Sociale     Domenico  Cammarano

Pubblicato da Mimmo Cammarano

Sono nato a Salerno il 20/05/1958. Sono sposato ed ho due figli. Sono docente di Storia e Filosofia.