La riforma del Senato: la partitocrazia serra le file!

La partitocrazia italiana serra le file: dopo aver in gran parte condiviso la legge elettorale che di fatto conferma i poteri dei partiti a nominare i candidati,  impedendo agli elettori di esprimere il voto di preferenza, negli ultimi giorni è stata presentata la riforma del Senato che di fatto sancisce lo strapotere dei  grandi partiti che vogliono nominare i senatori tramite le regioni e, quindi, ridurre il Parlamento ad una sorte di “Gran Consiglio”, dove solo i pochi fedelissimi di due o tre populisti, potranno sottoscrivere le leggi che piacciono ai signori delle segreterie politiche.

Di queste strategie politiche  la stragrande maggioranza dei cittadini non capisce un tubo o comunque se ne “stracatafotte”. Il PD di Renzi, tranne una limitatissima minoranza, che si oppone solo a chiacchiere, condivide la svolta “oligarchica”; il partito di Berlusconi va a  nozze, in perfetta sintonia con il neoliberalismo seguendo il principio: ” meno ne siamo, meglio é per noi che comandiamo”; altri partiti minori  emettono dichiarazioni contrarie, giusto per farsi notare dai mass-media, ma sostanzialmente condividono tutto. Non mi meraviglio più di tanto nel registrare che anche la pattuglia di Grillo-Casaleggio, come ha sentito parlare di riduzioni di senatori, ha avuto un immediato orgasmo e stupidamente ( rispetto alla prospettiva di una sbandierata nuova democrazia diretta) stanno applaudendo, perché , a modo loro, l’Italia risparmierà milioni di euro sugli stipendi dei parlamentari! 

Noi di Neodemocrazia sociale per l’attuazione della democrazia , sosteniamo che si risparmia  riducendo gli stipendi e non riducendo i rappresentanti dei cittadini, anche se attualmente questi rappresentano solo se stessi e i loro “padroni” che li hanno nominati; certamente la riforma sul senato sancirà legalmente  l’eliminazione del legame tra cittadini e rappresentanti. In particolar modo, noi di Neodemocrazia sociale proponiamo uno stipendio base di duemila euro al mese per tutti i parlamentari e un gettone di presenza ( come rimborso spese) di duecento euro per ogni presenza ad una seduta parlamentare  e la decadenza in mancanza di reiterate assenze dal Parlamento, con immediata sostituzione con il primo dei non eletti , qualora vi fosse il voto di preferenza, tanto osteggiato da tutti. Ma figuriamoci se la casta dei partiti può mai proporre qualcosa del genere!!! E  il M5S? Va a ruota libera e dopo aver confezionato una  dignitosa proposta di legge elettorale,forse  pensando di aver già dato il meglio di sé, continua solo a starnazzare senza produrre nulla di concreto.

Ma veniamo al testo della riforma sul Senato che si trova, al momento, nella commissione Affari Costituzionali del Senato; una volta che ci sarà una versione definitiva, il testo dovrà essere votato al Senato e alla Camera per due volte con una maggioranza di almeno due terzi. Visto che si tratta di una modifica alla Costituzione, se non si riuscirà ad ottenere i due terzi dei voti la legge dovrà essere confermata da un referendum per il quale non è previsto quorum.

Secondo tale proposta, il Senato sarà composto da cento senatori: 95 provenienti dagli enti locali e cinque nominati dal presidente della Repubblica. Dei 95 provenienti dagli enti locali, 74 saranno eletti dai consigli regionali e dalle province autonome di Trento e Bolzano tra i membri degli stessi consigli. Ogni regione eleggerà un numero di senatori in proporzione alla sua popolazione. Nessuna regione ne potrà eleggere meno di tre, tranne Molise, Val d’Aosta e province di Trento e Bolzano che ne eleggeranno uno ciascuna. Altri 21 senatori saranno eletti sempre dai consigli regionali, ma scegliendo tra i sindaci della regione. Ogni regione eleggerà un sindaco da mandare in Senato.

Naturalmente  in questo programma i cittadini faranno solo da spettatori e , quindi, non saranno chiamati  neppure a porre una crocetta su una scheda elettorale, come è in uso per gli analfabeti!  Ma a rimediare, ci ha pensato il Berlusconi , che giorni fa ha riproposto l’elezione diretta del Presidente della Repubblica, quasi a voler ricompensare gli afflitti e stupidi elettori per la perdita del potere a loro conferito dalla Costituzione, di eleggere l’intero Parlamento.

Ma quali compiti avrà il nuovo Senato? Le leggi ordinarie saranno approvate soltanto dalla Camera. Ma entro 10 giorni il Senato, su richiesta di un terzo dei suoi membri, potrà chiedere di esaminarle, proponendo modifiche entro 30 giorni. L’ultima parola sarà  della Camera che deciderà entro altri 20 giorni. Per le leggi che avranno impatto su Regioni e Comuni, la Camera dovrà pronunciarsi a maggioranza assoluta in caso di richiesta di modifiche da parte del Senato. Il Senato avrà anche poteri di controllo sull’attuazione delle leggi, delle politiche pubbliche e della Pubblica Amministrazione. Decisamente tutto ciò non può essere considerato blasfemo per la democrazia: la diversificazione dei compiti potrebbe accelerare i lavori parlamentari, ma è decisamente antidemocratico impedire l’elezione dei senatori da parte dei cittadini, ridurne il numero legalizzando il taglio netto tra il Paese reale e le Istituzioni. 

Tutto ciò non interessa la partitocrazia che negli ultimi anni , prima embrionalmente poi sempre in modo più esplicito, sta cercando di eliminare ogni atto formale e ogni vincolo tra il popolo cosiddetto sovrano e la casta politica, che dopo aver abbandonato ogni riferimento ideologico e filosofico sta rinsaldando tutto il suo “particulare interesse”  complice delle lobby finanziarie nazionali, europee e internazionali. 

Ma contenti i nostri concittadini… “non ci resta che piangere” o…….. ma per altro ci vogliono attributi culturali sempre più rari in questi tempi!

Per l’Attuazione della Neodemocrazia Sociale                  Domenico    Cammarano

Pubblicato da Mimmo Cammarano

Sono nato a Salerno il 20/05/1958. Sono sposato ed ho due figli. Sono docente di Storia e Filosofia.