L’Europa e gli attentanti terroristici dell’Isis.

Ancora due attentanti terroristici hanno colpito il 22 marzo la città di Bruxelles : due dei kamikaze sono due fratelli complici di Salah Abdeslam, catturato dalla polizia belga responsabile  dell’ultimo attentato a Parigi. I morti accertati dovrebbero essere 34 e i feriti più di 200  che si aggiungono alle centinaia di morti e feriti che dal 2004 ad oggi hanno colpito Madrid, Londra e Parigi.

Dopo le prime notizie sulla nuova tragedia , si è riaperto il “teatrino” ben orchestrato dagli esponenti del “quarto potere” dei mass-media, che riportano sulla scena il partito dei buonisti che auspicano un fronte comune per combattere  la ferocia e la barbarie con la nostra cultura democratica (sic!)  che si fonda sulla libertà , l’accoglienza e la solidarietà; di contro si è schierato il partito degli intransigenti che , a chiacchiere, vorrebbero dichiarare guerra all’Isis  e a tutto il mondo musulmano.

Il problema, filosoficamente parlando, sembra più complesso di quanto gli schieramenti bipolari vorrebbero prospettare. Intanto la marea umana , proveniente da ogni dove, l’abbiamo accolta senza pretendere che s’integrasse con  le nostre leggi, le nostre tradizioni, la nostra cultura. Ma ciò che è peggio, abbiamo acconsentito che si creassero comunità, quartieri in Italia come in Europa che sono delle vere e proprie  “enclave”, dove dominano solo le leggi musulmana e degli stranieri, camuffate da una religiosità moderata solo di facciata e da un rispetto di comodo delle nostre leggi. Nel nome di una discutibilissima laicità strappiamo i crocifissi dalle pareti degli edifici pubblici e permettiamo che vengano costruite nelle nostre città moschee e centri culturali di matrice antidemocratica e anticristiana.

Tutto questo alimenta sicuramente quell’entroterra dove attecchisce e si organizza anche il terrorismo d’ispirazione musulmana. Coperture logistiche , finanziarie e ideologiche sono sicuramente di matrice europea , ovvero di questi stranieri che da decenni vivono e nascono in Europa , ma che non si sono mai integrati nella nostra cultura e , ancor di più, proteggono gli estremisti terroristici islamici giunti clandestini in Europa . A rincarare la dose , ci hanno pensato i nostri governi europei e quello italiano , in prima fila, che hanno concesso il nostro territorio a immigrati da ogni provenienza, semi-clandestini  oltre a quelli che dovremmo accogliere per questioni politiche.

Queste nuove invasioni d’immigrati, mai censiti e liberi di circolare in ogni luogo d’Italia e d’Europa, rappresentano un’altra  incognita per la nostra sicurezza. I veri  immigrati  che chiedono asilo politico per motivi legati alle guerre che si combattono nelle nei loro Paesi, andrebbero , comunque, censiti e sorvegliati e costantemente sollecitati a condividere e rispettare le nostre leggi , le nostre usanze e la nostra cultura, in quanto ospiti e non padroni delle nostre città e delle  nostre terre. Diversamente andrebbero, con garbo , rispediti nelle loro terre d’origine insieme a tutti  quegli immigrati clandestini che cercano lavoro proprio da noi che siamo un popolo di disoccupati ( sic!).

Intanto il terrorismo non si combatte solo controllando le frontiere dell’Europa e sorvegliando gli stranieri sospettabili , anche se regolari,   che vivono da noi. Occorre più efficienza e investimenti nella lotta nella prevenzione, creando una interpol europea , anzi unificando la rete delle polizie europee, anche con una legislazione unica e una direzione unica. Gli ultimi fatti di Bruxelles del 22 marzo  hanno riconfermato che l’attività investigativa di prevenzione è solo un vano chiacchierare  di politicanti , che in Italia, come in Francia e in Belgio rappresenta un sistema perforabile da quanti in Europa o provenienti dall’estero vogliono attuare atti terroristici.

E’ notizie di queste ultime ore che i terroristi, autori delle stragi nel Belgio,  erano stati già individuati, arrestati e poi rilasciati con la solita superficialità garantista pseudo-democratica, senza che fossero esplicate tutte le indagini. D’altronde anche  delinquenti comuni e camorristi  recidivi, dopo gli arresti, con estrema facilità si ritrovano in circolazione ,per opera  di magistrati e di leggi discutibilissime, che vanificando il lavoro delle forze dell’ordine, moltiplicando inevitabilmente, i pericoli e il senso d’insicurezza per tutti noi.

La cultura dell’accoglienza e della solidarietà ha senso quando vengono rispettati i ruoli e gli ospiti sanno adeguarsi e rispettare le leggi di coloro che li accolgono. E’ intollerabile che da padroni si possa diventare servi  di coloro che si ospitano in casa propria: e questo è un’assioma. Il terrorismo islamico, che si nutre proprio di questa nostra cultura dell’accoglienza sconsiderata, come ha giustamente riaffermato il giornalista Magdi Cristiano Allam nel suo libro “Islam siamo in guerra”, ha individuato il suo “cavallo di troia” per penetrare nel nostro sistema sociale e  asservirci alle proprie allucinanti finalità. Anche la grande giornalista Oriana Fallaci nel libro “La rabbia e l’orgoglio”, che scrisse dopo  l’11 settembre del 2001, sosteneva la connivenza o almeno l’imprudenza dell’occidente nell’aprirsi al mondo islamico , trasformando l’accoglienza e il dialogo in asservimento finanziario , politico e religioso.

E’ inutile ripetere ad ogni strage che siamo in guerra, se poi non si sanno individuare  i nemici, i fiancheggiatori e le strategie radicali per limitare di fatto i danni contro la nostra civiltà e le nostre popolazioni.

Per l’Attuazione della Neodemocrazia Sociale          Domenico  Cammarano

Pubblicato da Mimmo Cammarano

Sono nato a Salerno il 20/05/1958. Sono sposato ed ho due figli. Sono docente di Storia e Filosofia.