L’Unione Europea: : dall’euro alle vongole!


I PAESI DELL’UNIONE EUROPEA.

L’Unione europea conta 28 stati membri. Ecco di seguito un loro prospetto in ordine cronologico, con la data di accesso indicata a fianco del nome.

Stati Ingresso nell’Unione europea
Belgio Belgio 23 luglio 1952 (CECA)
1º gennaio 1958 (Comunità Europea allora CEE, CEEA)
Francia Francia
Germania Germania
Italia Italia
Lussemburgo Lussemburgo
Paesi Bassi Paesi Bassi
Danimarca Danimarca 1º gennaio 1973
Irlanda Irlanda
Regno Unito Regno Unito
Grecia Grecia 1º gennaio 1981
Portogallo Portogallo 1º gennaio 1986
Spagna Spagna
Austria Austria 1º gennaio 1995
Finlandia Finlandia
Svezia Svezia
Cipro Cipro 1º maggio 2004
Estonia Estonia
Lettonia Lettonia
Lituania Lituania
Malta Malta
Polonia Polonia
Rep. Ceca Rep. Ceca
Slovacchia Slovacchia
Slovenia Slovenia
Ungheria Ungheria
Bulgaria Bulgaria 1º gennaio 2007
Romania Romania
Croazia Croazia 1º luglio 2013

Con il Trattato di Maastricht del 1992 diversi Paesi europei decisero di trasformare la obsoleta CEE in uno Stato federale e di iniziare un percorso politico che avrebbe dovuto creare di fatto gli Stati Uniti d’Europa con  una struttura  federale. Infatti i cosiddetti tre pilastri del Trattato di Maastricht prevedevano : a) l’avanzamento del principio federale e l’arretramento di quello intergovernativo, b) l’allargamento delle competenze dell’Unione, sviluppando una politica estera di sicurezza verso l’esterno, c)  l’estensione  della cooperazione al settore della giustizia e degli affari interni. Il punto d’arrivo è stato la creazione della moneta unica , l’euro, e l’istituzione della Banca centrale europea.

Di fatto ogni Stato membro ha dovuto gradualmente ridimensionare la sua sovranità , perché di fatto ha riconosciuto un potere superiore a quello nazionale, al quale sottostare. Infatti le regole rigide per entrar a far parte dell’area dell’euro, il controllo di fatto sulle politiche economiche nazionali sono storia recente e di cronaca attuale, basta vedere il servilismo di Renzi e dei suoi predecessori verso la “troika” ( Commissione europea , Bce, e Fondo monetario internazionale sic!) e le ultimissime vicissitudini della Grecia di Tsipras  con i poteri economico-finanziari dell’U.E.

Apparentemente e idealmente i presupposti che hanno dato vita , dall’immediato secondo dopoguerra ad oggi, all’Unione europea, possono essere condivisi , ma le modalità con la quale è stata attuata lascia abbastanza perplessi, non tanto per questioni ideologiche, ma per essenziali motivi di ordine pratico, che furono sottovalutati dai nostri governanti da Craxi a Prodi, da Berlusconi a Renzi.

Partimmo male proprio con il cambio lira-euro dove di fatto abbiamo dovuto pagare un euro quasi 2000 delle nostre lire con un graduale e sistematico aumento di ogni genere acquistato al mercato: dalla benzina al pane! I tedeschi dal canto loro, hanno di fatto ottenuto un cambio alla pari: un marco equivalente ad un euro. Ma quello che contribuisce ad alimentare una sempre più consistente avversione a questa Unione europea, non è solo  per l’euro e la politica economico-finanziaria ad essa legata, fatto che spesso sfugge ai molti, ma quella legata al piano dell’economia familiare, dell’occupazione, delle regole imposte ai cittadini , senza quei presupposti adeguati a sostenere certe imposizioni.

Mi riferisco alle quote latte che fino a qualche mese fa  hanno imposto più di quattro miliardi di multe ai nostri allevatori  e la recentissima questione legata al nostro pescato e in  modo particolare alle vongole, che di FATTO METTONO IN CRISI INTERI SETTORI e creano ulteriore disoccupazione, mentre di converso poco o nulla  l’Unione europea  propone a livello legislativo per garantire dalle frodi , che guarda caso nascono in diversi stati membri, che svalorizzano i nostri prodotti alimentari d’eccellenza, creando altri danni alla nostra economia ( vedi le questioni legate al nostro “Parmigiano”, alla nostra Nutella  )  a causa di direttive europee a dir poco incomprensibili. Non mi stupisce se in tanti, e non solo i cosiddetti vecchi e nuovi “populisti”, remano contro questa Unione europea .

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NEO DEMOCRAZIA SOCIALE

Un’Unione Europea creata per i popoli e le nazioni e non per le lobby e i banchieri, dovrebbe far precedere alle scelte di politica economica , quella di politica fiscale, ovvero creare una legislazione europea dove le tasse , la gestione delle imprese commerciali e finanziare , le regole politiche siano uguali fra tutti gli Stati membri! Naturalmente delegando ogni decisione ad un parlamento europeo con reali funzioni legislative, eliminando troike e altri poteri occulti. E quindi, se noi avessimo politici con gli attributi , invece di correre sempre a Bruxelles e dalla Merkel per farsi correggere i compiti assegnati, avremmo dovuto in più occasioni negoziare , mostrando anche i pugni a coloro che ci impongono soluzioni anti economiche e contrarie ai nostri interessi, proprio come nel caso delle “quote latte” , delle “vongole” , dei rifiuti o delle questioni etiche come quelle relative ai matrimoni tra persone dello stesso sesso.

(foto d'archivio)    

Per ora possiamo solo constatare che avendo firmato “cambiali in bianco” con l’Europa, facendoci rappresentare da una varietà di politici inetti o venduti, come quelli che ci hanno governato negli ultimi trent’anni, non possiamo fare altro che riflettere e nel contempo preparare la nascita di una nuova classe politica, controllata dal basso, che sappia veramente sostenere gli interessi dei cittadini dal piccolo Comune alle istituzioni europee… ma se il nuovo che si forma è quello che  si manifesta al Cocoricò,  possiamo solo continuare ad essere una nazione di sconfitti e  umiliati , pagando ancora gli errori della seconda guerra mondiale.

Per l’Attuazione della Neodemocrazia Sociale        Domenico  Cammarano

 

Pubblicato da Mimmo Cammarano

Sono nato a Salerno il 20/05/1958. Sono sposato ed ho due figli. Sono docente di Storia e Filosofia.