Un nuovo modo di essere al mondo ( di Elena Babetto )

Differentemente da ciò che si credeva, gli studi sui neuroni specchio hanno confermato che l’uomo nasce con una predisposizione genetica alla compassione, alla collaborazione, all’empatia ed è il contesto in cui viviamo che permette o meno lo sviluppo a questa predisposizione. 

La civiltà umana è la più giovane del pianeta Terra tuttavia consumiamo il 20% della fotosintesi . Questo significa che stiamo divorando il pianeta ed il cambiamento climatico che sta mettendo a rischio la nostra esistenza è la conseguenza all’aver adottato un’economia alimentata dai combustibili fossili.
L’umanità è giunta ad un bivio decisivo. Stiamo rischiando l’estinzione. Se non iniziamo ad invertire il senso di marcia non rimarrà più nulla. Non è disfattismo ma una razionale analisi di quello che è stato e di quello che è oggi. La globalizzazione è una sfida interiore che ci costringe personalmente a vedere i problemi del terzo mondo o delle centrali atomiche russe come nostri perché facciamo tutti parte della stessa specie: la specie umana. E’ inutile. Anni di civiltà bellica e di sfruttamento ci hanno insegnato che la lotta al dominio del mondo non avrà alcun vincitore ultimo. Dobbiamo immaginare un nuovo modo di essere al mondo, una evoluzione da civiltà insostenibile a civiltà sostenibile. Stiamo vivendo un passaggio antropologico importante e sarà, come quelli passati, lungo, difficile e decisivo. 
Del resto ad oggi, tutto è diventato insostenibile: gli orari di lavoro, la vita quotidiana, l’inquinamento atmosferico, il carico di informazioni telematiche che assomiglia più ad un bombardamento mentale che ad un piacere di conoscere.
A questo punto, la nostra non è più una scelta ma una pressione. Dobbiamo adottare un nuova visione della vita non solo planetaria ma anche personale, per evitare questo cammino ad una consapevole estinzione.
Ci sarà una terza rivoluzione industriale? La risposta non è facoltativa. E’ assolutamente necessario che ci sia e saranno i giovani a darle vita e spazio. Questa rivoluzione vedrà nei suoi pilastri le energie rinnovali, l’idea di trasformare ogni singolo edificio in una piccola centrale elettrica in grado di raccogliere le energie e di immagazzinarle in celle a idrogeno, la distribuzione delle energie in una rete che ricalca il modello di internet. Non è fantascienza ma l’unica via di fuga per far sì che tutto ciò che ci circonda sia basato sulla relazione, sulla comprensione dei bisogni e sulla condivisione nella vita individuale, in quella sociale, nel lavoro e verso il nostro caro e vecchio pianeta. Un modello di vita non più gerarchizzato ma orizzontale. Ne saremo capaci?

Dall’intevista all’economo americano Jeremy Rifkin

 
Pubblicato da sul blog ( Evoluzione di una donna)

Pubblicato da Mimmo Cammarano

Sono nato a Salerno il 20/05/1958. Sono sposato ed ho due figli. Sono docente di Storia e Filosofia.

Una risposta a “Un nuovo modo di essere al mondo ( di Elena Babetto )”

  1. Senza neppure parlarci sull’argomento, l’amica Elena sostiene ciò che dai miei primi articoli sull’ambiente del 2013, ho pubblicato sul blog “L’Attuazione della democrazia”. Giustamente vi dev’essere un cambio di direzione nelle politiche economiche e ambientali: la cultura della crescita ad ogni costo ( vedi le tragedie sul Pil che non sale più da anni) deve essere sostituita con criteri esistenziali completamente diversi. Occorre veramente una nuova rivoluzione culturale, che deve partire necessariamente dalle famiglie, dalla scuola e dalle associazioni che fanno cultura con lo spirito del confronto e della ricerca del bene comune. Un ambiente sano, perfetta antitesi della “terra dei fuochi”, deve fondarsi sul presupposto che la vita migliore non è quella che sfrutta e consuma sempre più i beni naturali , ma quella fondata sulla solidarietà, sulla condivisione dei valori dell’amore e della gestione dei beni ambientali, come autentiche ricchezze per il singolo e l’umanità futura. Allora, abbandonare tutte quelle attività inquinanti e sostituirle con risorse ecocompatibili, è sicuramente uno dei principi fondamentali della Neodemocrazia sociale, che nata quest’anno, vuole veramente realizzare l’Attuazione della democrazia, cioè una società dove poter responsabilizzare tutti nella gestione delle ricchezze naturali , umane e civili.

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