Aborto tra libertà e vita.

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Tra i frastuoni delle solite beghe  dentro e fuori al Parlamento, arricchite ultimamente dalle sceneggiate “sessiste” di quelli del M5S e dai sondaggi dei loro fiancheggiatori che vorrebbero conoscere le reazioni degli Italiani made 5stelle , se si ritrovassero in auto la Boldrini, sempre meglio dello “strillozzo”  Grillo, oggi la Chiesa di papa Francesco, una delle poche novità positive nell’ultimo anno, ci ricorda la Candelora e la giornata dedicata alla vita consacrata: come dire dallo zenit  al nadir!!!

Nelle Chiese , oggi, in tanti, hanno ricordato che il valore della vita va difeso sempre, in ogni suo istante dal concepimento alla morte naturale, sempre con lo spirito dell’accoglienza, della solidarietà e dell’amore: tutta roba che è in antitesi con i messaggi che un po’ ovunque si ascoltano . Difendere la vita dal suo concepimento significa schierarsi contro l’aborto: apriti cielo! Subito le femministe storiche sopravvissute negli anni, con tutte le schiere delle “neofite” cresciute  nella cultura del relativismo consumistico , dell’evanescenza dei valori umani spirituali, insorgono come è avvenuto in Spagna in questi giorni, a difesa dell’aborto contro i tentativi dell’attuale governo di ridiscutere tale i fenomeno. Ma  quando un valore della vita umana, viene affrontato come un qualsiasi slogan elettorale verniciato di faziosità politica, ogni confronto si trasforma in rissa.

In effetti quando si argomenta che l’aborto è un’espressione essenziale della libertà della donna, mentre il diritto del concepito, volgarmente definito “zigote” ovvero un semplice ammasso di cellule, è assiologicamente e ontologicamente privo di valenza, la discussione si tronca sul nascere. Ma tra questi strenui difensori dell’aborto nessuno eccepisce che  quello “zigote” a ventiquattr’ore dal concepimento possiede già  sei milioni di informazioni , compreso il sesso , il colore degli occhi e la lunghezza delle ciglia di quell’essere umano e che solo dopo pochi altri giorni già inizia a battere il cuore, quando a distanza di tempo si giunge all’aborto, qualche ulteriore riflessione andrebbe fatta!

La libertà di non portare un peso (sic!) per altri otto mesi è superiore all’essenza umana che si vuol sopprimere… tra la libertà dell’essere in atto e la vita dell’essere in fase di evoluzione , ma sicuramente già in atto biologicamente, quale valore è superiore? E già, se i valori sono relativi, ora , qui , in questo momento vale quello del più forte e colui che non ha voce, può anche essere soppresso, se la madre lo desidera! E quindi occorre far finta che quel feto di tre mesi, che la legge consente di sopprimere, non sia già un bimbo formato e completo! Poi parliamo del problema della violenza  nella nostra società e ci lamentiamo, giustamente , che sempre i più indifesi sono oggetto di maltrattamenti e di ogni genere di violenza.

Ma tra le tante considerazioni possibili da farsi in queste circostanze, una in particolar modo desidero evidenziarla. Spesso , proprio da coloro che sostengono a spada tratta il diritto delle donne ad abortire, si zelano  nella difesa degli animali, contro i maltrattamenti che questi subiscono e  contro la caccia . Benissimo! Anche su questo tema nulla da eccepire: infierire sofferenze anche ad esseri viventi inferiori all’uomo è segno di inciviltà e d’insensibilità. Tutti sanno che se uccido, maltratto o privo della libertà un cardellino si incorre in cause  anche costose e con conseguenze pesanti. Ma è mai possibile  che se uccido un passerotto rischio la galera e se sopprimo una vita umana in evoluzione tutto è lecito? Insomma tra l’uccellino e il bimbo nel grembo materno, ha più diritti il passerotto? Sembra proprio che i progressi raggiunti dalla nostra civiltà umana  diano una tremenda ed unica risposta!

Per l’Attuazione della Neodemocrazia sociale               Domenico  Cammarano

Pubblicato da Mimmo Cammarano

Sono nato a Salerno il 20/05/1958. Sono sposato ed ho due figli. Sono docente di Storia e Filosofia.