Avevamo un sogno di democrazia: più essere e meno avere

Negli ultimi cinquant’anni  quelli della mia generazione hanno assistito ad una rivoluzione epocale o per meglio dire a cambiamenti straordinari dove i vecchi rincorrono i giovani, la saggezza è merce inutile e le nuove conoscenze superano continuamente la capacità di metabolizzarle da parte degli individui normali ,ancor prima di sostituirle con altre in gran parte inutili. Le conoscenze di cui parlo rappresentano per lo più abilità ad adoperare strumenti nuovi che le tecnologie ci impongono e la società dei consumi ci convincono della loro imprescindibilità per relazionarci con il mondo. Questa società definita anche “liquida” , ma che oserei definire “fumosa” o “aeriforme” , nullificati i valori millenari: le regole di vita si dissolvono e si ricompongono con un batter di ciglia, seguendo pochi paradigmi che essenzialmente si riducono a produrre sempre meglio per consumare di sempre più.

Per realizzare tutto questo era necessario proporre un modello di vita dove prevale il proprio ego, il proprio individualismo, il mio grande Io, pronto a sottomettersi solo a quel dio denaro, che impone a condividere la continua capacità di produrre  per consumare molto meglio, svincolati da affetti umani duraturi, valori universali, che potrebbero ostacolare quel naturale e umano desiderio di abbandonare la nuova “religione” di trasformarsi in macchina produttiva a discapito dei sentimenti vissuti e coltivati nel tempo . La parola d’ordine della nuova rivoluzione è prendersi cura di sé , senza legami sentimentali, pronti a lavorare sodo una vita intera per produrre a vantaggio di chi si arricchisce con i nostri bisogni artificiali, piuttosto che prendersi cura di persone, dei nostri familiari , dei nostri affetti, del nostri  naturali legami sentimentali. Parafrasando Freud de “Il disagio della civiltà” , posso solo ricordare che anche il nostro, già più di un secolo fa concludeva che all’uomo contemporaneo , la società  impone di amare di meno per  produrre di più!

Ma al di là delle ricostruzioni sempre discutibili e delle interpretazioni delle idee che hanno cambiato il mondo attuale,  il sogno di cui paventavo l’esistenza  si confonde con altrettanti sogni che cinquant’anni fa marciavano insieme  , spesso confondendosi o contrastandosi, anche per l’intercessione di quei poteri “occulti” finanziari che tendevano a neutralizzarli per ripristinare il totale controllo sulle masse  e sottometterle al lavoro produttivo e coatto.

La “rivoluzione” giovanile , primo motore dei cambiamenti epocali, credette che per affermare nuovi valori di giustizia e di libertà, fosse necessario distruggere tutto ciò che rappresentava la tradizione, buttando dalla finestra, come si usa dire, il bambino con tutta l’acqua sporca! Furono contestati e distrutti i legami familiari, il principio dell’unione coniugale, il rapporto genitori-figli e figli-genitori con mistificazioni pseudo-pedagogiche che sostenevano l’equiparazione del  principio d’autorità naturale e civile a strutture liberticide, questa convinzione ha spalancato la porta a forme di subordinazione , mai guidate da affetti e premure parentali,   veramente  subdole e totalizzanti.

Ma per comprendere certe dinamiche sociali e valutare con equilibrio ogni ideologia , occorre una buona dose di cultura o meglio ancora , di senso critico che essenzialmente è sempre venuto meno nelle finalità della nostre scuole, soprattutto pubbliche, dove, invece, di converso il nozionismo fine a se stesso  e le abilità miste , tra il tecnologico e il pseudo-umanistico, rappresentano, ancora con “La Buona scuola” del kaiser Renzi, tutto ciò che si è saputo produrre a livello di educazione e formazione, tra fine Novecento e ventunesimo secolo.

E il sogno qual era? Costruire una realtà sociale dove il lavoro produttivo avesse una durata temporale sempre più limitata per dar spazio al lavoro personale creativo , alle attività ricreative e ancor di più alle relazioni umane , partendo da quelle familiari e parentali. Eliminare progressivamente la necessità di separare i neonati dai genitori,  stroncare la moda degli straordinari per guadagnare di più o peggio ancora di allontanarsi dai propri cari ( genitori, figli,nonni, innamorati, amici ) per seguire il sogno perverso di far carriera , per guadagnare di più, per salire un gradino sociale più alto, per poter dire con l’orgoglio dell’umanoide perverso : ” ho fatto carriera, son riuscito a guadagnare il doppio di mio padre ecc, ecc”!!!! Insomma il sogno era : lavorare meno per far lavorare tutti” che già presume una forma di solidarietà sociale completamente assente tra noi e non solo. Dedicare il tempo libero disponibile  prendendosi cura di se stessi,  studiando , acquisendo abilità e competenze diverse da quelle scolastiche, proprio per essere migliori, per crescere spiritualmente e umanamente e non per “avere” di più in termini di possesso di beni futili , che arricchiscono solo quelli che ce li hanno venduti!!!! Appunto, perseguire quell’essere migliori, che non è riducibile mai a quell’avere di più. Ma crescere come esseri umani, significa soprattutto aver la capacità di prendersi “cura” degli altri, cioè di coloro che condividono  la nostra esistenza, che sono legati a noi da vincoli d’affetto e di sangue, di amicizia e di valori. Quanti anziani abbandonati  in “case di riposo” o soli in casa, soprattutto d’estate, quando il nuovo “vangelo del consumismo” obbliga alle vacanze intelligenti e quante volte per dirigersi nei luoghi dei riti annuali, anche coppie consolidate , oltre  ai figli ,si dividono beati come idioti, ritrovandosi dopo estranei più di prima. E quanti sacrifici si compiono per essere obbedienti ai riti propiziatori che si ripetono ad ogni anno solare! Più vado in giro e più mi realizzo: ecco il nuovo comandamento! E i nonni che si lasciano soli….poco importa, e i bambini che vedono i genitori di sfuggita poche ore al giorno…. si sta lontani per loro!

Il sogno di cui sopra, voleva coniugare la solidarietà con il prendersi  cura  degli altri e di se stessi in termini qualitativi e di presenza; ideali , questi, che sfuggono anche a diversi  cattolici odierni. Quindi vivere un’esistenza non sacrificata al lavoro: la tecnologia avrebbe dovuto sollevarci dalle fatiche prolungate   e ridimensionare il tempo dedicato ad esso, certamente non per ubriacarci e scommettere come idioti, né per azzuffarci per il calcio o altre baggianate del genere, dove lo sballo, la rissa, il trastullo demenziale diventano l’unico fine della nostra esistenza! Anche il momento ludico, sportivo sia come spettatori che come praticanti è un momento essenziale per crescere come “esseri” , ma tutto “cum grano salis” , ovvero con quella saggezza , figlia della sapienza, che sa riconoscere una scala di valori e sa scegliere di volta in volta cosa preferire e cosa dover rinunciare.e soprattutto come vivere umanamente ogni istante. La società attuale che ci illude di essere più liberi rispetto al passato ,invece  ci rende più schiavi e più soli , senza neppure averne la consapevolezza. E facebook  è la dimostrazione e la sintesi del nostro rinnovato medioevo. Da qui si apre un altro scenario: la società del lavoro totale e del consumismo fine a se stesso, uccide la democrazia diretta, anzi non la fa mia sorgere, la società dell’avere che domina su quella dell’essere, non fa nascere la democrazia, ma forme subdole e mistificate che oggi in Italia , e non solo, sono la logica conseguenza. Solo chi possiede cultura, senso critico, disposizione all’aver “cura del mondo che ci circonda”, può realizzare insieme agli altri ,che condividono questo stile di vita, l’attuazione della democrazia e non quelle parodie che di volta in volta si colorano di “cartelli politici” come quelli di creati da Berlusconi, da Monti, da Renzi , da Salvini e simili. Gli altri che non ho citato li vedo ancora in fase embrionale e procedono a tentoni , seppur pentastellati!

Per l’Attuazione della Neodemocrazia sociale              Domenico   Cammarano

Pubblicato da Mimmo Cammarano

Sono nato a Salerno il 20/05/1958. Sono sposato ed ho due figli. Sono docente di Storia e Filosofia.