Considerazioni a proposito delle direttive europee per la famiglia

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E’ di qualche giorno fa la notizia che la Corte Europea dei diritti ha richiamato l’Italia anche sul problema del doppio cognome da concedere ai figli ed eventualmente quello materno in sostituzione  di quello paterno. Subito , come non mai, il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge contenente disposizioni in materia di attribuzione del cognome ai figli. Il testo prevede l’obbligo per l’ufficiale di stato civile dell’iscrizione  del cognome materno a favore del neonato, in caso di accordo tra entrambi genitori.

La Corte Europea, per ora,non ci ha inviato altri richiami a livello di diritto familiare, ma non mi meraviglierei , se tra non molto qualcun’altro di quei signori della Corte ci ordinerà di legiferare anche sui matrimoni tra gay o ci imporra altre direttive sull’educazione sessuale da impartire ai figli secondo gli standard  europei!!!

Fin quando regge la pazienza, va bene così! Per il momento mi limito a qualche considerazione “extravagante”  su queste problematiche sociali!  Ma possibile con tutti i problemi seri che abbiamo a livello economico che tanto influenzano la situazione lavorativa e quindi il menage familiare, la Corte dei diritti europei non ha null’altro da pensare che richiamarci per affibbiare un doppio cognome ai nostri figli? Mi immagino già tra qualche generazione: tra i due cognomi del padre e i due della madre, che potrebbero anche essere tre per parte, per decidere sul cognome da dare ad un neonato si farà ricorso all’estrazione del lotto! Ma con il passare delle generazioni, questi cognomi potrebbero diventare dodici, venti … insomma i nostri nipoti si presenteranno alla maniera degli hidalgo spagnoli cioè con una sfilza di cognomi e nomi. Mi immagino già la confusione che si genererà negli uffici di mezzo mondo!

Purtroppo la stravaganza, il pressapochismo e la mania di generare chiacchiere e confusione è di moda, soprattutto se serve a distrarre l’opinione pubblica dai problemi più importanti e mai risolti. Quel cognome paterno in  tutte le civiltà e in tutti i tempi è servito sempre, prima del fatto giuridico, al riconoscimento della paternità nei riguardi del neonato, quando la madre era sempre certa, mentre il padre lo è stato sempre meno! Quel cognome paterno ridefiniva i legami e i vincoli familiari, meglio di quelli sanzionati dal rito matrimoniale. Ma naturalmente è questione di civiltà e di buon senso che oggi viene sempre meno a dispetto di uno spirito di cambiamento fine a se stesso.

Lo stesso dicasi per le reiterate questioni che periodicamente si ripropongono in relazione ai  matrimoni gay. E così mentre ci si sposa sempre meno tra un uomo e una donna e tra poco prevarranno le convivenze rispetto le coppie legali, i gay  per controbilanciare la tendenza, vorrebbero riparare alla crisi delle unioni tradizionali, legalizzando quelle tra persone dello stesso sesso. Io penso che in uno Stato democratico e civile ognuno si unisce sentimentalmente o sessualmente con chi gli pare, basta che gli “attori”siano maggiorenni e consenzienti. Ognuno può fare  donazioni e testamento verso chiunque e non occorre per questo essere legati matrimonialmente: si potrebbe ridefinire quest’aspetto della nostra legislazione, magari legalizzando la possibilità di decidere chi ha la priorità di prendersi cura della propria  persona in caso d’impedimento, al di là dei rapporti con la famiglia originaria. Ma il matrimonio  ha finalità naturali e sociali ben più complesse e per questo che sono state sempre le uniche unioni ad essere legalizzate e riconosciute da tutte le comunità umane.

Diversamente, avrebbero maggior ragion d’essere la  legalizzazione delle famiglie poligamiche o “allargate”, storicamente sperimentate e attualmente presenti ancora in diversi Paesi islamici e orientali, oltre ad essere un retaggio della cultura biblica, magari con le varianti di due uomini e una donna, oppure un uomo , una donna e un gay o qualsiasi altro menage sia possibile immaginare giusto per il gusto della trasgressione e del piacere fine a se stesso.

Per l’Attuazione della Neo democrazia sociale                   Domenico Cammarano

Pubblicato da Mimmo Cammarano

Sono nato a Salerno il 20/05/1958. Sono sposato ed ho due figli. Sono docente di Storia e Filosofia.