NEO DEMOCRAZIA SOCIALE
Ormai è frequente ricevere dalla cronaca quotidiana, notizie relative a padri divorziati/separati che sono costretti dalla legge a lasciare la casa coniugale e, senza mezzi idonei , devono ricorrere alla pubblica beneficenza e a dormire “da barboni” per strada. Virtù della giurisprudenza italiana, che poco ha ereditato dalle scuole classiche del diritto e poco si lascia influenzare da quell’umanesimo integrale, fondamento del personalismo , che tanto ha condizionato la nostra costituzione repubblicana.
Una famiglia che si separa è sempre un dramma per i figli, soprattutto se piccoli o adolescenti. Quanti casi riscontriamo a scuola di crisi psicologiche , comportamentali e formative a causa di separazioni gestite male dai genitori, con la complicità di un diritto di famiglia e, in particolar modo sul divorzio, che è tutto a discapito dei più deboli , cioè dei figli!
Le ultime novità ci portano ad un divorzio breve , che se consensuale dopo solo sei mesi o al massimo 12 se è richiesto unilateralmente, porta di fatto alla scioglimento definitivo della coppia . E i figli? E i diritti di entrambi i genitori verso di loro?
Generalmente lo Stato ha sempre favorito la posizione della donna , cacciando di casa l’ex marito, al di là delle responsabilità relative alla separazione. Ma uno stipendiato medio, che già fa notizia in Italia, come potrebbe pagare gli alimenti per i figli, le spese per l’abitazione coniugale e trovare anche un degno alloggio per poter ospitare mediamente due volte a settimana i suoi figlioli?
Alla fine questo genitore, quasi sempre di sesso maschile, è costretto a rinunciare a vivere con i figli se non addirittura a vivere della carità pubblica e privata. E in questo modo si salverebbero i diritti di tutti e anche quelli dei minori? Quante volte, troppe volte, invece del padre , questi figli di genitori separati, devono sopportare tra i piedi il nuovo “compagno” della madre, che senza nessuna delicatezza lo impone , come sostituto sgradito, ai propri figli sotto il tetto familiare. Lo credo bene che a scuola registriamo evidentissime crisi e drammi da parte di questi sfortunati bambini ,per colpe delle leggi e naturalmente dei genitori.
Una soluzione, già collaudata in Europa , ci sarebbe! L’abitazione coniugale dovrebbe rimanere ad esclusivo beneficio dei minori e i genitori, nell’ambito dell’affido condiviso, dovrebbero alternarsi, visto che non vogliono stare più insieme, nella custodia e nelle cure quotidiane degli stessi. Naturalmente nei periodo assegnati dal giudice e dal buon senso, si dovrebbe tassativamente vietare la presenza di nuovi “compagni/e” occasionali o stabili di entrambi i genitori, per non turbare e compromettere la stabilità psico-affettiva e cognitiva, dei minori.
E i diritti degli ex-coniugi relativi a rifarsi la cosiddetta nuova vita e alle loro esigenze, come dire quotidiane? Evidentemente si arrangiano alla pari, in quanto tra le loro esigenze e quelle dei figli dovrebbero sempre prevalere quelle dei minori e di coloro che hanno subito la separazione in famiglia e non di chi l’ha generata! Non vedo perché la mamma dovrebbe portarsi a casa il suo nuovo compagno, imponendolo ai suoi figli, mentre l’altro coniuge dovrebbe arrangiarsi per strada , nel caso che non fosse un benestante!
Messi alle strette, quante situazioni troverebbero migliore soluzione, maggiore equilibrio e soprattutto meno drammi per i figli minori. Ma siamo nell’Italia dei diritti dei più forti ed eticamente aeriforme , dove il piacere dei più forti prevale sempre o quasi sui diritti delle persone più deboli.
PER L’ATTUAZIONE DELLA DEMOCRAZIA Domenico Cammarano