Il tempo scolastico e le sue incongruenze.

Riapre la scuola e ritroviamo ancora i vecchi problemi irrisolti. Commentavo con colleghi e amici la difficoltà oggettiva di reperire altri fondi, nelle situazione economica attuale, per adeguare  i nostri edifici scolastici agli standard di sicurezza, per ammodernare o creare del tutto laboratori, palestre e  aule vivibili in rapporto al  monte ore giornaliero, che per lo più risulta esorbitante e improduttivo dalla scuola dell’infanzia alle secondarie. 

La scuola italiana negli ultimi venti anni ha gestito male le risorse che le hanno offerto generosamente, senza approdare a qualcosa di concreto e duraturo nel tempo. Questa affermazione  scaturisce dalla costatazione che i “fiumi di denaro” per progetti  finanziati con i soldi del nostro Ministero e altri ancora , denominati Pon, finanziati dalla Comunità Europea, hanno sortito , nella maggioranza dei casi, ad una distribuzione di denaro a favore di pochi docenti, presenti in ogni scuola, più reattivi, insieme al personale dirigente e non docente, con ricadute sul piano organizzativo, formativo o strutturale di effimera consistenza. Se avessimo utilizzato quel denaro per costruire laboratori fruibili nel tempo, se avessimo strutturato meglio le nostre palestre, se avessimo speso quel denaro per aggiornare sui temi didattici i nostri docenti e dirigenti, forse, oggi avremmo una migliore organizzazione scolastica e soprattutto una migliore preparazione dei nostri alunni. Invece, per fare tanto, abbiamo solo costretto i nostri alunni a rimanere più ore in classe, magari anche a rientri pomeridiani, disperdendo energie, finalità e vanificando gli obiettivi fondamentali di ogni ordine scolastico.

Le moderne conoscenze di psicologia dell’età evolutiva, le ultime ricerche in campo dell’apprendimento ci ribadiscono ciò che l’esperienza quotidiana ci ha sempre suggerito e cioè che le ore scolastiche produttive per l’attenzione e la comprensione si fermano alla quarta ora, eccezionalmente alla quinta; dopo si riscalda solo la sedia e si tira a campare in attesa dell’uscita dalla scuola. Quando vedo orari scolastici che costringono bambini dai sei anni in poi , in pochi metri quadrati dalle otto e trenta alle sedici e trenta, e continuando alle secondarie con orari fino alla sesta e settima ora, senza tema di smentita  affermo che qui si sfiora l’indecenza in quanto si costringe lo studente , anche il più volenteroso a “tour de force” inutili e improduttivi. Basta osservare in  una conferenza, seguita dagli adulti o proprio dai docenti, qual è l’ attenzione dopo due ore che hanno parlato un paio di relatori: ebbene se abbiamo onestà intellettuale è verificabile sistematicamente che c’è chi si alza, chi inizia a parlare con il vicino, chi si gira a commentare, che telefona o altro ancora!!! Figuriamoci l’attenzione di bambini e di ragazzini, in situazioni analoghe, quando uno dopo l’altro noi docenti li tempestiamo di proposte didattiche, di impegni che richiedono la massima concentrazione e sforzo intellettuale. 

Per le ragioni e per le esperienze maturate in trentasei anni di insegnamento dalla scuola dell’infanzia alle superiori, posso dire che l’orario scolastico non dovrebbe mai superare le cinque ore giornaliere, precisando che alla luce dell’evoluzione della nostra società balorda, dove facilmente si va a letto dopo mezzanotte, considerato che nell’età evolutiva  occorrono otto o nove ore di riposo per rigenerare tutte le energie, la scuola dovrebbe aprire i cancelli almeno alle nove, così come è stato sperimentato nelle scuole inglesi sul suggerimento di studi universitari oculati e approfonditi. Uno studente per dare il meglio nell’ambito dell’apprendimento, deve essere ben riposato e le ore di lavoro scolastico devono essere congrue per consentirgli pause adeguate per  la ripresa necessaria da dedicare alle  ore di studio individuale, da svolgersi necessariamente a casa.  

Concludo consigliando vivamente, di ridurre le ore scolastiche limitandole a cinque per sei giorni settimanali,suggerisco di iniziare le attività scolastiche dalle otto e trenta alle nove e di concluderle prima delle quattordici. La scuola primaria non può essere l’agenzia di intrattenimento per i figli di coloro che  lavorano, ma anche successivamente vanno rispettate le esigenze di socializzazione e i tempi utili per tutte quelle attività formative che non devono e non possono essere esplicate negli edifici scolastici, così come si presentano in gran parte d’Italia. Le ore devono essere spese bene in contesti ben organizzati, evitando i sovraffollamenti e riportando il numero degli alunni a venticinque e, nelle classi con la presenza di diversamente abili, anche a venti . In queste condizioni il rapporto tra studente e docente può essere costruttivo, personalizzato e mai logorato da un’eccessiva e incalzante serie di proposte didattiche giornaliere.

 Per la Neodemocrazia sociale                              Prof. Domenico Cammarano

Pubblicato da Mimmo Cammarano

Sono nato a Salerno il 20/05/1958. Sono sposato ed ho due figli. Sono docente di Storia e Filosofia.

2 Risposte a “Il tempo scolastico e le sue incongruenze.”

  1. Concordo pienamente con quanto da te affermato.I vari progetti sono serviti solo a sprecare tempo (degli allievi) e fondi che avrebbero meritato un impiego più concreto nell’ambito scolastico.Quanto al problema orario,nella mia scuola la situazione è ancora più complessa,si entra alle 08.10 e si esce alle 13.55!!Se aggiungi che molti alunni/e sono pendolari,possiamo osservare come al mattino sono ancora assonnati e dopo le 13 pensano solo al viaggio che li attende.Per non parlare delle classi pollaio,ce ne sono alcune di 35,con la conseguente impossibilità di seguire i ragazzi come spetterebbe loro di diritto.Spero tu abbia l’opportunità di portare queste tue osservazioni al ministero.

  2. Da “Agora vox Italia” riporto un commento all’articolo anonimo:

    ** Il tempo scolastico e le sue incongruenze

    * Finalmente un’idea sensata, dopo aver sentito elogi del famigerato tempo pieno, richieste di ridurre le vacanze estive eccetera!

    Io proporrei anche di fermare le scuole da metà giogno a ottobre, si faceva quando ero bambina e il programma (e quello che apprendevamo) era identico a quello di adesso, nonostante oggi ci siano almeno 2 ore in più al giorno e un mese di vacanza in meno.

    Tutte le persone di buona cultura (io ho 2 lauree) sanno che si apprende a casa o in biblioteca, liberamente. A scuola nessuno impara niente, le scuole che abbiamo non hanno come fine lo sviluppo culturale degli studenti.

    I genitori hanno bisogno di un parcheggio?

    Visto che quasi tutte le elementari hanno un cortile, perchè non lasciare i bambini a GIOCARE con 2-3 insegnanti che a turno controllano che non si facciano male?

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