Oggi il governo Renzi ha incassato la terza fiducia sulla legge elettorale e ancora una volta la Camera dei Deputati ha risposto con una maggioranza considerevole. Non è bastata l’opposizione interna al PD congiunta alle altre variegate opposizione, per bloccare questo governo di nominati , nato da un Parlamento di nominati, con una legge elettorale , il “Porcellum”, già dichiarata dalla Corte costituzionale, incostituzionale per l’eccessivo ruolo del premio di maggioranza e per l’assenza dei voti di preferenza.
Renzi , invece , l’ha ribattezzata la madre di tutte le riforme, forse anche il banco di prova per chiudere i conti con l’opposizione interna nel suo partito, sempre più “cosa sua” e sempre meno “realtà di sinistra”. Non a caso! La legge elettorale è stato sempre il punto di partenza di ogni regime del Novecento, a partire dalla legge “Acerbo” di un Mussolini , che proprio con essa chiuse con il liberalismo e spalancò le porte al Ventennio fascista. Anche in epoca repubblicana, quando De Gasperi temette, dopo il trionfo del 1948, di non poter riconfermare nel 1953 quei risultati , tentò con la cosiddetta “legge truffa” ( il primo premio di maggioranza repubblicano) di consolidare il potere della Democrazia Cristiana, che comunque rimase al governo per circa quarant’anni, a prescindere dai premi di maggioranza, consolidando, invece, strumenti elettorali più in sintonia con la democrazia rappresentativa.
Ma perché mai il governo Renzi ha intrapreso una china antidemocratica? Che cosa prevede questo Italicum? Perché le scelte renziane sono il naufragio di un banale sistema democratico a sovranità popolare?
Una democrazia autentica, come viene sostenuta dalla nostra Costituzione, non può emarginare o eclissare le minoranze; ergo tutte le soglie di sbarramento già oltre il 3% , privano il Parlamento di una pluralità di voci, che emarginate, finiscono per esprimere la loro opposizioni fuori dalle istituzioni e quindi non sempre con sistemi pacifici o costruttivi.Una democrazia autentica impone che il suo sistema elettorale dia voce ai cittadini, favorendo la partecipazione e la scelta libera e mai “pilotata” con i “nominati”dai soliti centri di poteri, che mi ricordano tanto le “plutocrazie” di vecchia memoria. L’elettore , in una democrazia autentica deve poter PROPORRE I SUOI CANDIDATI esclusivamente del suo territorio, con corrette primarie ( manco a parlarne nell’attuale riforma elettorale !!!!) e poter votare chi sa guadagnarsi la sua fiducia ( rispondendo quindi agli elettori e non esclusivamente ai segretari di partito). Tutta roba assolutamente assente nell’Italicum ! Al contrario tale legge elettorale , sulla scia dell’abolizione delle Province e del Senato elettivo, vuol riproporre il rappresentante del popolo nominato dai partiti, unici e veri centri del potere , che di fatto vogliono legittimare il trasferimento , a mo’ di regime, dal popolo a presunti onniscienti e onnipotenti depositari delle soluzioni dei bisogni dei cittadini.
E quindi il “caro” Renzi che ti impone? L’istituto della “fiducia parlamentare” che in un parlamento di nominati al 100%, non essendo sicuri di un eventuale riconferma ad un probabile scioglimento anticipato delle camere, si attacca alla sedia con il suo solido stipendio e quindi a gran maggioranza vota queste fiducie e presumibilmente tante altre volte ancora, al di là di pochi e onesti coraggiosi.
Coraggiosi, che comunque non sanno o non vogliono condurre alle estreme conseguenze i loro atti e gesti, diffondendo la cultura della partecipazione diretta alla vita politica, con la consacrazione del nominato dal popolo e legittimato dagli elettori. Naturalmente la “stoccata” è indirizzata ai 32 deputati del PD , a quelli del M5S, a quelli di SEL; a tutti gli altri il nostro più sincero biasimo per le sceneggiate populiste che accomunano a Renzi, Berlusconi, Alfano, Salvini e tutti coloro che oggi criticano l’Italicum solo per convenienze elettorali, ma che in tempi recenti hanno prodotto il “Porcellum” o porcate simili!
E ora cosa potremo fare noi cittadini ancora con qualche idea sana di democrazia! La parola d’ordine è boicottare, attendere il momento propizio e realizzare quella democrazia diretta al di fuori della partitocrazia imperante, almeno fino a quando ci sarà permessa la libertà di parola e d’associazione. Progetto arduo, contro gli agguerriti centri di potere finanziari che dirigono questa partitocrazia, ma la speranza deve ancora una volta essere l’ultima a morire contro la feccia, sull’esempio di chi seppe lottare , settant’anni fa, per la libertà dagli oppressori e per la nascita di quella democrazia che questi “figuri” stanno seppellendo.
Per l’Attuazione della Neodemocrazia sociale Domenico Cammarano