Tafazzi si è iscritto al Partito Democratico ( di Andrea Prati)

Ancora stento a credere che dalla famosa Assemblea Nazionale del Partito Democratico non si sia arrivati a un dunque per quanto riguarda queste tanto discusse regole congressuali e modifiche statutarie. 
L’estate intera è passata così, con una commissione che doveva decidere sulle regole congressuali, rispettosa delle molte – e troppe – anime del partito e arrivati al momento della ratifica, guarda un po’ é mancato il numero legale dell’assemblea. 
Dopo che sembrava che si fosse trovata la quadra fra le diverse contrapposizioni.
A parte la data delle primarie il giorno 8 dicembre, per l’elezione del segretario, ancora una settimana di tempo si è presa la dirigenza democratica; tutto rinviato alla direzione nazionale il giorno 27 settembre che si riunirà con la commissione per le regole congressuali.

 
Quanto è avvenuto, non deve in fondo sorprenderci piú di tanto, è in linea con le scelte – o non scelte – di un gruppo dirigente, molto eterogeneo, che non ne azzecca più una. Che è riuscito a perdere le elezioni politiche di febbraio come farebbe un calciatore che sbaglia un goal a porta vuota. Che è riuscito (volutamente) ad ingabbiarsi nell’abbraccio mortale di un PDL/Forza Italia, in questo governo di emergenza; che poi la prima vera emergenza è proprio la natura e la durata di questo governo. Che riesce sempre a imboccare la strada opposta rispetto alle aspettative del proprio elettorato. Che non riesce più ad invogliare molti militanti storici a tesserarsi e quindi a partecipare alla vita del partito; provate a girare le tante feste democratiche e i molti incontri pubblici e questa disaffezione e rabbia la potrete tagliare con il coltello.
 
Potrei continuare ancora ad infierire, un gioco molto semplice ma per questo abbiamo la stampa di destra molto prolifica a riguardo; quanto affermo però, è inconfutabile. Perché anche se non sono chiarissimi i retroscena che stanno dietro a quanto avvenuto in questo week-end assembleare, chi ha favorito o meno questo esito, una cosa è certa: lo spirito guida di questo gruppo dirigente democratico è la paura e un tatticismo che non porterà da nessuna parte. Perché dopo quanto è avvenuto in questo convulso anno, già si sarebbe dovuto fare il congresso. Perché non c’è più tempo e fiato da sprecare. Questo congresso è decisivo per le sorti di questo progetto politico, necessario per dare risposte al nostro paese.
 
Forse per qualcuno lì dentro questo congresso è un male non necessario, si potesse farne a meno! Meglio continuare così con un partito ridotto ad un oligarchia, in cui pochi decidono per tutti al di fuori degli organi assembleari preposti. La sindrome di tafazzi, che sembra pervadere la vecchia guardia dem sembra molto dura da sconfiggere. Solo in politica chi fallisce rimane sempre al proprio posto a dettare la linea. È ora che però tutto questo termini, pertanto che si dia inizio a questo congresso e che veramente si volti pagina. Non ci sono più altre chance. Per nessuno.
congresso pd

Pubblicato da Mimmo Cammarano

Sono nato a Salerno il 20/05/1958. Sono sposato ed ho due figli. Sono docente di Storia e Filosofia.

Una risposta a “Tafazzi si è iscritto al Partito Democratico ( di Andrea Prati)”

  1. L’amico Andrea ci ha di nuovo sottolineato una delle tante contraddizioni del Partito Democratico, ripercorrendo le vicende degli ultimi mesi. Le contraddizioni di fondo vanno ricercate, ancora una volta, nella mancanza di un vero leader, di un programma di sintesi tra l’area socialista e democristiana , nel pragmatismo sterile di molti dei suoi protagonisti. Il governo delle larghe intese, lo reputo un’altra occasione perduta, per restituire agli Italiani per margine indispensabile di scelta e di controllo sulla classe politica…ma finora è stato fatto un po’ di tutto in modo approssimativo, tergiversando sul problema fondamentale della nostra politica: la legge elettorale.

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