Il taglio dei parlamentari: il “de profundis” alla democrazia.

Il referendum del 20  e 21 settembre rappresenta una nuova occasione per interrogarsi sul significato dell’idea di democrazia e per distinguere, ancora una volta, una concezione formale e semplificata del potere popolare,  da una concezione sostanziale, che richiede il coinvolgimento diretto degli elettori e un  controllo puntuale  di questi sui loro rappresentanti. In Italia prevale la democrazia formale o falsa democrazia, che impone , con leggi elettorali farraginose, un unico intervento popolare, solo al momento delle elezioni , per sancire con una croce su una scheda , il partito vincitore delle elezioni, che poi  gestirà il potere  per 5 anni . 

I partiti, dalla nascita della repubblica, fino al 1994 hanno avuto sempre un potere centrale nel panorama politico italiano, ma pur sempre limitato da un elettorato attivo e presente,  che disponendo dei voti di preferenza, poteva scegliersi in parte i propri rappresentanti ma soprattutto mantenere vivo  un rapporto tra territorio elettori ed eletti.

Le varie riforme elettorali dal 1994 in poi , con la crisi dei partiti ideologici, hanno sancito un’inesorabile frattura tra elettori da una parte e gli eletti e i loro nuovi partiti dall’altra. Listini bloccati , eliminazione dei voti di preferenza, soglie di sbarramento sempre più in elevate, premi di maggioranza,  hanno sancito negli ultimi 20 anni una costante disaffezione  degli elettori verso le urne ,con un calo di partecipanti che spesso ha sfiorato il 50%. 

Il referendum sul taglio dei parlamentari, rappresenta il coronamento di un’azione politica trasversale, comune a tutti i partiti,  per ridurre sempre  più  il ruolo e le scelte dei cittadini , favorendo la partitocrazia di destra e di sinistra ( si fa per dire!!!) e sancire il totale controllo dei nominati ,da parte delle segreterie dei partiti che contano, nel parlamento nazionale.  E come se ciò non rappresentasse già una svolta autoritaria o liberal-conservatrice, viene presentata dai suoi sostenitori anche come un’azione riformista per snellire le attività del parlamento ed eliminare i cambiacasacca, gli assenteisti e i privilegiati della politica!!!!!!

L’assurdo è che mancano le iniziative legislative per modificare l’art.67 della Costituzione , che invece dà ragione ai cambiacasacca, ma non esiste in fieri una qualsiasi iniziativa per ridurre le retribuzioni e i privilegi dei parlamentari in generale e  né per penalizzare gli assenteisti delle Camere!!!!

Ai partiti resterebbero,   dopo il referendum , gli stessi poteri anche rafforzati,  perché rimarranno con gli stessi privilegi di nominare in parlamento chi vogliono, a dispetto  degli elettori, sempre meno considerati ed esautorati di quel potere centrale che dal primo articolo la Costituzione riconosce a tutti gli Italiani.

Una democrazia sostanziale si fonda , invece, su primarie legalmente imposte a tutti i partiti per la scelta dei candidati, voti di preferenza e rappresentanza  di tutti i territori, doppio turno o ballottaggio , decadenza degli eletti per assenteismo o cambio di partito , verifica   a metà mandato dell’operato degli eletti, anche attraverso la rete web.

Per l’Attuazione della NeoDemocraziaSociale                                      Domenico  Cammarano

Pubblicato da Mimmo Cammarano

Sono nato a Salerno il 20/05/1958. Sono sposato ed ho due figli. Sono docente di Storia e Filosofia.