La Chiesa di Papa Francesco che stenta a decollare.

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Domenica di Pentecoste, Papa Francesco è ritornato ancora una volta a richiamare la nostra Chiesa  sulla missione che le compete dalla sua fondazione, ma che per mancanza di veri cristiani stenta a realizzarsi. La Chiesa, ha affermato  il Pontefice, non può e non deve arroccarsi su se stessa, ma ha il dovere di aprirsi ed aprire al mondo per costruire questa nuova società dove l’uomo ha sempre il primo posto rispetto alle leggi dell’economia. Ma fotografando questa Chiesa nel suo insieme, che cosa emerge ancora? Pedofilia, amore per il potere e corruzione, che nel complesso rappresentano solo casi estremi e limitati. E allora, qual è il limite dell’essere cristiano oggi che denuncia  il nostro papa Bergoglio e che ha sollecitato anche Benedetto XVI a dimettersi?

Penso di non essere un cattivo interprete del papa, nell’evidenziare che il limite  va ricercato in quella Chiesa chiusa in se stessa, in quella Chiesa autoreferenziale, che da troppo tempo, quando eccezionalmente apre le sue porte al mondo, è in attesa che questo entri nei suoi templi per dimostrargli a parole che è l’unica depositaria del messaggio evangelico, con sofismi pseudo -filosofici, piuttosto che andare incontro al prossimo con il sorriso del cuore e l’esempio dell’impegno concreto.

Non sta a me giudicare gli altri,  religiosamente parlando, altrimenti commetterei lo stesso peccato di presunzione evidenziato dal Divin Maestro, che invitava i senza peccato a scagliar la prima pietra; ma è pur vero che la Verità, come ha insegnato il filosofo neotomista del Concilio Vaticano II J. Maritain, : ” va gridata su per i tetti”.

Ed è proprio questo che ci fa sperare nel cambiamento e nel contempo ci fa amare un po’ di più la Chiesa del buon papa Francesco, perché senza mezzi termini, parlando al cuore della gente, indica anche, con il suo esempio, la strada da percorrere.

E cioè? La chiese, le comunità parrocchiali devono essere aperte per i fedeli e i “baciapile” , ma soprattutto  per insegnare a costoro di andare verso i poveri e i bisognosi, tante volte individuati  dagli insegnamenti dei Vangeli. Che pena, che tristezza, che vergogna vedere di mattina tante chiese con i portoni sbarrati: e i preti dove stanno, che cosa hanno da fare di più urgente, da non poter aprire le porte della casa del Signore? Magari fossero chiuse perché impegnati a sostenere gli indigenti che cercano lavoro, degli ammalati bisognosi di conforto e ancor di più a guidare in prima fila, quelle rare schiere di “bigotti”, a lavare i piedi e a preparare un pasto caldo ai sofferenti e ai bisognosi e quindi a trasferire  i valori cristiani anche nella politica e nell’economia.

Invece, alcuni fanno i teologi nei convegni, altri attendono le signore morigerate a pulire la Chiesa, ad adornare l’altare con fiori freschi a reclutare “cuori” per impartire il catechismo e ancor di più ad organizzare “esercizi spirituali” a mille Km di distanza, per seguire la moda dei viaggi e del consumismo: che pena!

A tal proposito, voglio ricordare, che è stato proprio papa Francesco, in occasione della messa d’insediamento per il suo pontificato, a raccomandare vivamente ai suoi connazionali argentini di evitare le spese per il lungo viaggio e di destinare quel denaro ai poveri! A chi l’avrà raccomandato? A noi cattolici o alle agenzie dei viaggi? Puntualmente non mancano occasioni per assistere allo scandalo consumistico di miriadi di pellegrinaggi per il mondo a sperperar denaro, organizzati proprio dalle parrocchie, per ricevere quelle “folgorazioni ” divine, che non ho mai capito perché dovrebbero verificarsi a seguito di questi viaggi.

Forse  la chiesa contemporanea ha dimenticato l’insegnamento agostiniano del  “in te ipsum redi” per ascoltare la voce divina, e invece pensa che con la spettacolarizzazione  delle suggestioni miracolistiche possa rinvigorire quella fede che anche per l’attuale pontefice, può nascere ancor di più dal servizio  nei confronti dei poveri e degli umiliati dalla nostra società. Piuttosto tutto quel fiume di denaro speso alla ricerca di facili suggestioni e del “divertissement” di pascaliana memoria, dovrebbe essere elargito per aiutare quei bisognosi, che anche nelle nostre parrocchie aumentano ogni giorno.

Va anche sottolineato che non mancano tanti autentici cattolici che in silenzio e in umiltà fanno volontariato e sostengono con sacrificio e amore i bisognosi, tante volte raccomandati da papa Francesco; ugualmente non mancano tanti santi sacerdoti che con il sorriso sulle labbra e l’esempio, accolgono tutti e illuminano con il loro apostolato anche le eminenze che invece con i loro sermoni  stuccosi  e il loro pessimo esempio, raffreddano anche i cattolici praticanti e mettono in fuga quelli dubbiosi.

Certamente la Speranza è una virtù cristiana e i tempi della Chiesa sono metastorici, ma auguriamoci che non tardino troppo a manifestarsi, per non cedere il posto ai soliti “gufi” e “salvatori dell’umanità” e soprattutto all’indifferenza e alla routine, che spegne quel sincero spirito di Carità che anima la vera Chiesa dei nostri ultimi papi.

                                                                                Domenico   Cammarano

Pubblicato da Mimmo Cammarano

Sono nato a Salerno il 20/05/1958. Sono sposato ed ho due figli. Sono docente di Storia e Filosofia.

8 Risposte a “La Chiesa di Papa Francesco che stenta a decollare.”

  1. tutto molto bello,ma i fatti?
    ostensione di Padre Pio;
    pellegrinaggi vari per le mete Mariane più famose;
    “Pedofilia, amore per il potere e corruzione, che nel complesso rappresentano solo casi estremi e limitati.” ESTREMI E LIMITATI? o occultati scientemente.

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