Queste riforme insignificanti! Questi politici inetti!

Il dottor Renzi, per disgrazia degli Italiani, un ennesimo esempio di  premier logorroico e inconcludente, sulla scia di tanti altri suoi predecessori, ha associato la politica alle rappresentazioni televisive. Infatti sembra molto più attratto dalle telecamere per sciorinare le sue continue dichiarazioni agli Italiani, mostrando un preoccupante autocompiacimento a stupire i suoi telespettatori con ripetitivi slogan pseudo-politici, che dovrebbero informare i cittadini sullo stato delle “grandi” riforme che vorrebbe attuare per salvare l’Italia.

Ora , sia ben chiaro, che apparire continuamente in pubblico per rilasciare dichiarazioni, che dovrebbero avere l’effetto di informare gli Italiani dimostrando l’operato del governo, non è affatto un male, anzi è cosa meritevole e condivisibile; ma pensar di ridurre la politica governativa a chiacchiere da mercato sostenute da toni trionfalistici, è sicuramente un’ennesimo tonfo della politica italiana.

Ma veniamo al dunque! Il premier Renzi, capo del governo per volontà di una corrente del PD , contraria al leader Bersani che aveva vinto le ultime elezioni ( misteri della democrazia italiana!) si sforza ad imporre alla minoranza del suo partito, sostenuto ( sic!) da tutto il centro-destra ( vecchio e nuovo ma sempre antidemocratico!) che per salvare l’Italia dalla crisi economica e dalla connessa disoccupazione, occorre inevitabilmente riformare lo “Statuto dei lavoratori”, abolirne l’art. 18 rendendo un po’ più precari tutti i lavoratori! In questo modo gli imprenditori nostrani ed eventuali investitori stranieri creerebbero maggiori posti di lavoro, rassicurati dalle nuove norme che consentirebbe di poter licenziare ogni qualvolta i propri interessi lo impongono.

Insomma secondo questa logica che dovrebbe essere di una “sinistra moderna e riformista” , ma sempre dalla parte dei più deboli e quindi dei lavoratori, la disoccupazione si combatte rassicurando gli imprenditori  e rendendo più precari i contratti di lavoro. La riprova è data dal sostegno ricevuto subito da Berlusconi, Alfano e altri rappresentanti “classici” dell’imprenditoria italiana e in genere dei ceti più agiati che loro rappresentano.

Ora non occorre essere un economista di fama internazionale, per capire che la disoccupazione e la crisi economica si combattono individuando e favorendo nuove risorse  produttive, trasformando le nostre industrie eliminando gli sprechi che ci portano ad indebitarci con l’estero e rivalutando le nostre risorse nazionali congiunte ad una ricerca per la quale i governi italiani, da  Berlusconi a Monti fino a Renzi, poco  o nulla hanno fatto e continuano a fare. Insomma , se voglio ridurre la disoccupazione , devo creare lavoro produttivo che dia nuova ricchezza alla nazione, piuttosto che “sofisticare” sulle regole che riguardano lo “status” dei lavoratori! Ergo, creo lavoro, quando sostengo le risorse italiane a partire dal turismo, cercando di “insegnare” a diversi operatori del settore, che i turisti, soprattutto se stranieri , non sono “polli” da spennare!!! Ma ancora un governo “perbene”  dovrebbe incentivare l’economia nazionale detassando le imprese che creano posti di lavoro “stabili” , agevolandoli con risorse creditizie adeguate e impedendo che le banche private che prelevano denaro dalla Bce al tasso dello 0,05% lo  ripropongono agli Italiani che vogliono investire a tassi da “strozzini”!!!

Ancora! Un governo dignitoso e onesto, piuttosto che far passerella nei salotti televisivi, dovrebbe prima impegnarsi per creare fonti d’energia rinnovabili , in quantità adeguata, riducendo l’acquisto di petrolio e gas vari, che indebitano ancora di più la nostra bilancia commerciale e distruggono l’ambiente.Ma siccome i nostri uomini politici  sono visibilmente lacchè dei finanzieri internazionali e , quindi, dei petrolieri, hanno sempre ostacolato in ogni modo una politica energetica alternativa a  quella “classica”, inquinante per l’ambiente e costosa per la nostra economia. Sintetizzando un governo che ripercorre le strategie berlusconiane , sollevando un polverone sull’art 18, non è innovativo e neppure credibile perché sostanzialmente non muove un dito per creare veramente lavoro produttivo, come effetto di nuove risorse e ricchezze prodotte  a beneficio di tutti o almeno di un’ampia maggioranza della popolazione italiana. Un’ ultima osservazione. In questo marasma  generale, anche l’anziano presidente Napolitano sembra aver perso la bussola, sostenendo acriticamente ogni mossa del suo Renzi, dimenticando le lontane origini “comuniste”, che nonostante le sconfitte storiche, qualcosa di positivo per i lavoratori l’aveva proposto.

Per l’Attuazione della Neodemocrazia sociale        Domenico  Cammarano

Pubblicato da Mimmo Cammarano

Sono nato a Salerno il 20/05/1958. Sono sposato ed ho due figli. Sono docente di Storia e Filosofia.